Plutarco - L'intelligenza degli animali
Probabilmente alcuni di voi leggendo questo post si chiederanno "cosa c'entra uno scrittore greco del primo secolo d.C. con una pagina online che si occupa delle malattie del nostro povero pianeta?!?!"
Apparentemente, ben poco, lo ammetto...Ma in realtà egli fu uno tra i primi animalisti (passatemi il termine, forse un po' anacronistico) della storia; infatti, era vegetariano e affermava con veemenza i diritti degli animali, che, come denuncia lo stesso autore, già a quel tempo erano barbaramente uccisi dagli uomini.
In questo scritto Plutarco propone un tema non semplice, quello del rapporto tra uomini e animali, esponendo come i secondi siano in realtà migliori dei primi.
Il tutto si svolge in un contesto fuori dal comune; Ulisse sta chiedendo alla maga Circe di restituire ai suoi uomini, trasformati in maiali, la forma originaria. Lei risponde che essi in realtà stanno meglio ora, invitando l'eroe incredulo ad interrogare uno di essi in prima persona.
Si apre così un dialogo tra Ulisse e uno dei suoi uomini trasformato in maiale, il quale conferma che nella sua attuale condizione di animale si trova decisamente meglio rispetto alla precedente, illustrandone le varie motivazioni e smontando una dopo l'altra le varie risposte di Odisseo.
Detto questo, non vi svelo ulteriormente il contenuto del dialogo, già molto breve e scorrevole di suo.
Vorrei però sottolineare come la modernità del dialogo sia a dir poco sbalorditiva, anticipando già ai suoi tempi tematiche animaliste.
Plutarco esalta le loro qualità e la loro intelligenza, ponendole al di sopra di quelle umane, motivando le sue idee con vari esempi.
Trovo che sia una breve lettura che può rivelarsi sorprendente, e che anche al giorno d'oggi può offrire vari spunti di riflessione; può ad esempio farci notare come la specie umana abbia moltissimo da imparare dagli animali, mettendo sotto accusa la nostra ingordigia e il nostro modo sconsiderato di vivere, facendoci ragionare su come ogni creatura abbia la propria dignità e la propria intelligenza, e come sia presuntuoso l'uomo nel considerarsi superiore.
Credo che sia una particolarità dell'uomo quella di considerarsi migliore di tutto ciò che da esso viene giudicato diverso, compresi altri uomini.
Al di la della lettura in se, è un argomento che non può lasciare indifferenti. Credo che le mie idee siano emerse...e voi cosa ne pensate?
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