"Ora le nuvole sono finite, e possiamo vedere la terra sotto di noi fino all'orizzonte. E' un deserto di sabbia rossa. J.P. ha l'aria triste.
<<Tutto questo era foresta vergine dieci anni fa >> dice << E' rimasto solo qualche ceppo isolato, triste memoria dei tempi gloriosi. E' la disgustosa rovina della terra bruciata, un danno che soltanto l'uomo è capace di arrecare. Sono furioso per i miei figli e per i loro figli, derubati di questa bellezza per qualche sporco dollaro.>>"
Il frammento sopra riportato è preso dal libro di cui mi accingo a parlare; ma incominciamo spendendo 2 parole sugli autori; bhe, Sting certamente ha bisogno di ben poche presentazioni; bassista e voce dei Police, ha fatto anche carriera solista ed è una star conosciuta a livello mondiale. Jean-Pierre Duttileux invece è un affermato fotografo e cinematografo, da anni attivo nella difesa dell'Amazzonia e delle popolazioni che la abitano.
Nonostante il libro è stato pubblicato diversi anni fa, è estremamente attuale, ed è un'ottima testimonianza di ciò che da anni avviene in Amazzonia. La prima parte è scritta da Sting, in uno stile molto semplice, e narra il suo viaggio nella grande foresta, come ospite di una tribù di Indu.
Tramite quella sua esperienza, riesce a mettere a fuoco i grandi problemi di quella vasta area geografica; ogni giorno si abbattono tantissimi alberi, e si continua a distruggere il polmone verde del pianeta. Le popolazioni locali da anni stanno combattendo per difendere i diritti della propria vita nella loro terra natia. Eppure la foresta pluviale si riduce drasticamente, vastissime aree sono rase al suolo per essere tramutate in pascoli per il bestiame; campi che durano solo pochi anni, perchè l'erba fatica a ricrescere su quel terreno, portando quindi a nuovi disboscamenti. Tutto ciò comporta l'estinzione di molte specie animali e vegetali, oltre quella di popolazioni (come appunto la tribù incontrata da Sting, i Kayapo). Molti di loro sono morti a causa delle malattie trasmesse loro dai bianchi, o dell'alcol, portatogli sempre dal colonizzatore occidentale. Queste tribù per anni sono state spinte all'interno della foresta dai taglialegna, hanno visto con i loro occhi l'annientamento della propria terra, causato dall'egoismo e dall'avidità della civiltà moderna.
Nella seconda parte invece, scritta da Duttileux, si racconta l'incontro della tribù dei Kayapo e del loro capo Raoni con il capo indiano Corvo Rosso: la narrazione è molto toccante e mostra incredibili analogie tra le due differenti culture, e spiega come entrambe debbano combattere contro la presunzione dell'uomo bianco per continuare ad esistere.
Questo libro, ancora a distanza di anni, è il grido disperato di una terra violentata che chiede giustizia, che si strugge per difendere un suo diritto basilare; la vita.
Interessantissimo! Provo a procurarmelo, comunque creiamo l'elenco, secondo me tiriamo fuori qualcosa di interessante!
RispondiEliminaOttimo = ) si, sui libri potrei consigliartene una decina = )
RispondiEliminaMi tengo a disposizione per questo post, magari lo pubblichiamo entrambi = ) a presto = )