Si può vedere chiaramente quali siano i paesi in questione. Stati Uniti, Australia, Cina, Qatar, Danimarca, Mongolia....Dall'altra faccia della medaglia, il WWF ci informa sugli stati che costituiscono il polmone verde del pianeta: al primo posto, c'era da aspettarselo, il Brasile, che deve il suo primato alla Foresta Amazzonica.Al secondo posto si trova la Russia, al terzo l'India.
Se in molti piccoli stati, come la Bolivia, la differenza tra quanto si consuma e quanto la natura riesce a fornire e a sopportare è minima, la situazione cambia quando si parla delle grandi potenze mondiali, dove si consuma molto di più di quanto la natura metta a disposizione, e di conseguenza le risorse sono importate da paesi più poveri, i quali ci rimettono in termini di biodiversità e di risorse.
Oltre a questi dati inquietanti, è da registrare anche un costante aumento della popolazione mondiale; nel 2011 siamo arrivati a quota 7 milioni di individui, e che di questo passo nel 2050 raggiungerà quota 9 milioni.
Continuando con questo ritmo, ossia mantenendo invariati i consumi attuali, nel 2030 avremo bisogno di 2 pianeti come la terra, e 3 nel 2050...è evidente che questi ritmi siano insostenibili.
Bisogna cambiare, e subito.
fonti: Le Monde (del 16 maggio 2012), WWF.
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