Questo blog ha lo scopo di informare e sensibilizzare gli internauti sulle tematiche dell'ambientalismo e l'animalismo, e vuole essere una forma di protesta ad un sistema basato sui consumi e non sul bene comune.
Buongiorno a tutti, cari followers!
Innanzitutto vi chiedo scusa per la mia scarsa presenza sui vostri blog, ma ho degli orari terribili all'università! Detto questo, oggi torno da voi con la presente rubrica, per proporvi una lettura piccola piccola ma molto utile: si tratta di "Imbrocchiamola!" di Luca Martinelli (ho già parlato di un libro di questo scrittore, se vi interessa il link è il seguente Letture verdi # 5 - Salviamo il paesaggio - Luca Martinelli)
Si tratta di un breve libretto che, come scritto in copertina, si offre al lettore come guida al consumo critico dell'acqua. In particolare, molto critico nei confronti dell'acqua in bottiglia: offre infatti molte informazioni scomode per le industrie imbottigliatrici, smontando luoghi comuni e mettendo sotto gli occhi di tutti campagne pubblicitarie e scelte imprenditoriali scorrette nei confronti del consumatore.
Prima di analizzare alcuni punti interessanti di questo libro, vi mostro un'immagine che illustra la provenienza delle principali marche di acqua minerale italiane (l'immagine non è la stessa riportata nella guida; questa in realtà veniva utilizzata come pubblicità nel centro Italia da una nota catena di supermercati. C'è qualche piccolo errore ma è comunque abbastanza precisa ai fini del nostro discorso.)
Preciso che in ogni caso è meglio l'acqua di rubinetto, ma se proprio non riuscite a fare a meno di comprare quella in bottiglia, scegliete almeno quella più vicina a casa vostra.
Prima vi ho accennato ad alcuni inganni delle industrie di acque minerali a danno del consumatore; la guida analizza ogni marca sotto diversi punti di vista, da quello della politica industriale a quello della pubblicità (spesso ingannevole). E' molto importante per il consumatore sapere con chi ha a che fare...
Leggendo, si scoprono dati molto interessanti; ad esempio, ho appreso che le industrie dell'acqua pagano tariffe ridicole agli enti pubblici che gli danno in concessione le fonti; da 0.3 euro a 2 euro al metro cubo (un metro cubo = 1000 litri!!). E questo è solo l'inizio.
Naturalmente non posso dirvi tutto ciò che riporta la guida "Imbrocchiamola!", ma per concludere vi offro un'ultima tabella, che credo possa essere molto utile per tutti, e quindi credo sia giusto diffondere.
Quest'immagine confronta le proprietà dell'acqua di rubinetto (nello specifico del comune di Sesto San Giovanni (MI), ma questa tabella è praticamente valida per il 96% dei comuni italiani) con i valori consentiti dalla legge, e con quelli riportati sulle etichette di molte acque minerali, che, come potete vedere, spesso non rispettano le quote previste per la salute umana...
A questo punto, tirate voi le conclusioni.
Potrei andare avanti ancora a lungo, ma non voglio rovinarvi la lettura di questa guida, che consiglio di cuore a tutti, sia che siate bevitori dal rubinetto sia che lo siate dalla bottiglia.
Spero solo di avervi lasciato qualche spunto di riflessione.
Termino questo articolo con una citazione del fisico G. Temporelli: "Chi acquista acqua iposodica e pensa di poter mangiare un panino al salame si illude."
Buongiorno a tutti! Come vi ricorderete, ho già avuto modo di mostrarvi la bizzarra fauna genovese...ma ciò che ho visto l'altro giorno mi ha lasciato a dir poco di stucco!
Ero all'università, durante l'intervallo tra una lezione e l'altra. Esco, come al solito, vado con qualche amico a prendere una boccata d'aria sul balcone. E qui è avvenuto lo strano incontro...
Eccolo! Un riccio!
Come ha fatto ad arrivare al quinto piano (sottolineo, quinto piano!!) del dipartimento di chimica lo sa solo lui...
Probabilmente ha seguito le scale esterne all'edificio, ma dev'essere stato molto forte...5 piani a piedi non sono pochi per un uomo, figuriamoci per un piccolo riccio!
Sta di fatto che il dipartimento di chimica non è certo posto per ricci. Inoltre, era visibilmente spaventato dalla presenza di un po' di persone (fortunatamente non eravamo molti, sul balcone c'è un cantiere temporaneo e quindi l'accesso è limitato): tremava molto, forse anche per il vento che gli soffiava addosso.
Così ho scelto di prenderlo e di portarlo un piccolo boschetto selvatico non lontano dall'università. Purtroppo questa zona, oltre ad essere molto piccola, è anche tenuta male. In ogni caso, dev'essere per forza arrivato da li, e credo che sia stata la cosa più sensata da fare.
Come si è sentito prendere si è appallottolato, segno che indica una buona salute.
Più tardi siamo tornati nel luogo "del rilascio" e il nostro amico se n'era già andato, ulteriore segno di buona salute. :-)
A questo punto non mi resta che augurargli buona fortuna!
La fauna di Genova non smette di stupirmi; dopo il fagiano in centro città (Un fagiano nel Bisagno?!?!) oggi vi mostro le immagini di un pappagallo che ho fotografato qualche tempo fa.
Pappagallo? si proprio così! Dovete sapere che Genova ne è invasa, in particolare la zona dove vivo ne ospita tantissimi!
Non so da dove arrivino, ma suppongo che qualche esemplare temerario sia riuscito a scappare dalle gabbie, e si è riprodotto, dando così origine a questa bizzarra colonia...
Buongiorno a tutti cari followers!
Oggi sono qui con Mirial del blog Sogni di una notte di luna piena! Siamo tornati con la rubrica Green Music, che esce senza cadenza fissa, ed unisce due nostre passioni comuni; la musica e la natura. Siamo infatti convinti che la musica abbia un grande potere comunicativo, e che, oltre a trasmettere emozioni, possa anche diffondere messaggi importanti.
Tu pensi che io sia una selvaggia
mentre tu hai girato il mondo e questo io lo so..
Ma dimmi allor perchè, se selvaggia chiami me
ci sono tante cose che non sai, tu non sai.
Tu credi che ogni cosa ti appartenga
La Terra e ogni paese dove vai
Ma sappi invece che ogni cosa al mondo
E' come te ha uno spirito e ha un perchè
Tu credi che sia giusto in questo mondo
Pensare e comportarsi come te
Ma solo se difenderai la vita
Scoprirai le tante cose che non sai
Hai sentito il lupo che ulula alla luna blu
Che sai tu della lince che ne sai
Sai cantare come cantan le montagne
Pitturare con il vento i suoi color
Riscoprendo un po' d'amore nel tuo cuor
Dai corri insieme a me nella foresta
Fai entrare un po' di sole dentro te
Vedrai che non c'è bene più prezioso
E così la ricchezza scoprirai
Il fiume e i lampi sono miei fratelli
E gli animali sono amici miei
Insieme nel segreto della vita
In un cerchio che per sempre esisterà
Chi sa la vita che cos'è
Se la fermerai neanche tu saprai
E non sentirai quel lupo e il suo pregare mai
Almeno fino a che non lo vorrai
Non distinguere il colore della pelle
E una vita in ogni cosa scoprirai
E la Terra sembrerà
Solo terra finchè tu con il vento
Non dipingerai l'amor.
Commento di Enrico:
Si farebbe un grave errore nel commentare questa canzone, se si partisse considerandola solo come brano per bambini, tratto da un cartone animato. E' vero, è anche questo. Ma è molto di più.
Questa semplice canzone ci ricorda in primo luogo un errore tipico della nostra cultura occidentale, che spesso ha portato a gravissime conseguenze; il considerarsi superiore alle altre.
La presunzione di essere portatori di civiltà e democrazia in tutto il mondo ci ha portati a invadere paesi, a sterminare etnie differenti, a sfruttare le risorse di altri continenti per il nostro personale tornaconto.
Tutto ciò non è solo un resoconto dei nostri errori passati, ma anche di quelli presenti, e temo di quelli futuri.
Alla base di questo modo di pensare trovo che ci sia una forte ignoranza; non si conosce il diverso, lo si giudica arretrato o inferiore soffermandosi all'aspetto esteriore, senza approfondire alcun tipo di rapporto.
Da qui il rimprovero, nella canzone, il "che ne sai" che la donna nativa americana rivolge all'uomo bianco; ma non si ferma li, va molto oltre, mostrandogli le mille meraviglie del nostro pianeta: magie di cui senz'altro conosce l'esistenza ma che probabilmente non si è mai fermato veramente ad ammirare.
Non distinguere il colore della pelle
E una vita in ogni cosa scoprirai
Ovvero, uomo "civile" impara ad apprezzare i lati positivi della diversità delle culture e della natura, per poter vivere in armonia con le prime e con la seconda.
Un messaggio così forte è importantissimo da trasmettere ai più piccoli, a coloro i quali dovranno costruire il futuro, sperando che crescano con un punto di vista migliore di quello dei loro genitori.
Ma credo sia altrettanto importante per i più grandi, affinché facciano un bell'esame di coscienza...
Commento di Mirial:
Sebbene questa canzone sia tratta da un film d'animazione, credo che sia una delle più belle che io abbia mai sentito, visti i temi in essa trattati. Ho finito per farne la mia filosofia di vita, e non mi vergogno a dirlo, considerata la potenza e l'importanza delle parole in essa contenute.
Conosciamo tutti la storia di Pocahontas, principessa indiana coraggiosa e testarda, determinata a salvare il suo popolo considerato "selvaggio" dagli uomini bianchi, coloni e distruttori. In questo brano, Pocahontas si confronta con il capitano Smith, che reputa appunto "selvaggio" lo stile di vita della ragazza. Ma si può davvero giudicare tale un modo di vivere così in simbiosi con la Natura come quello che avevano i Pellerossa? Con queste bellissime parole, Pocahontas insegna a Smith e all'uomo bianco, che tutto distrugge e tutto "civilizza", che non tutto quel che reputiamo diverso è per forza sbagliato. Le parole di questa canzone inducono a riflettere sui doni che la Natura ci ha fatto e su quello che invece noi stiamo facendo per distruggerla, del tutto indifferenti alle esigenze degli animali, delle piante e del pianeta su cui abitiamo. Dovremmo imparare molto dalle montagne, dai fiumi, dalle creature viventi che ci circondano, imparando a mettere da parte quell'egoismo che ormai ci contraddistingue e del quale non ci accorgiamo neanche più.
L'uomo, se solo aprisse i suoi sensi e si lasciasse trasportare dalle forti emozioni che la Natura sa donare, potrebbe dare un enorme contributo al pianeta, salvaguardandolo e preservandolo.
Da questa meravigliosa canzone, inno all'amore per la vita, dobbiamo imparare il rispetto, una parola che ormai rientra sempre meno nel nostro vocabolario.
Buongiorno a tutti!
Oggi sono qui con la mia amica Mirial del blog Sogni di una notte di luna piena per mostrarvi ciò che abbiamo visto qualche giorno fa sulle nostre spiagge, in uno dei rari momenti di bel tempo di questi giorni.
Siamo arrivati sul lungomare e ciò che si mostrava ai nostri occhi era questo: la superficie della spiaggia era diminuita decisamente rispetto all'ultima volta che l'avevamo vista, ed era ricoperta di legname portato a riva dalle recenti mareggiate e dal torrente in piena, la cui foce si trova a pochi passi di distanza. Fin qui nulla di nuovo, del resto tutti gli anni il mare si riprende ciò che i lavori dell'uomo tentano periodicamente (e inutilmente) di conquistare, arrecando gravissimi danni al fragile ecosistema
Avvicinandoci di più, abbiamo notato cosa c'era oltre alla legna... La mareggiata, oltre a portare a riva molti legni arrivati dalle foci dei nostri torrenti, ha restituito all'uomo qualcosa di più... alcuni dei suoi vecchi regalini lasciati in pasto ai corsi d'acqua sono tornati sotto l'occhio di tutti! Guardate quel barile enorme vicino alla riva! Tutti danno la colpa al maltempo per lo stato in cui è ridotta la nostra spiaggia, ma questo relitto riportato a terra non è certo caduto dal cielo con la pioggia! Si vede di tutto in mezzo ai canneti e agli alberi sradicati spazzati via dalla furia del maltempo: pneumatici di automobili, giocattoli per bambini, bottiglie di plastica e non, contenitori di detersivi, ferraglie... e chi più ne ha più ne metta!
La cosa però che ci ha più impressionato durante questa passeggiata nel degrado ambientale, è stata quella che potete osservare in questa nostra ultima foto:
Guardate quell'onda nera che si abbatte sulla spiaggia! Non avevamo mai visto il nostro mare di quel colore, nero come l'inchiostro. Non sappiamo cosa possa essere stato ad avergli "donato" questa tonalità, ma ci ha fatto una certa impressione...
Guardando le acque color della notte che si infrangevano sul litorale e i gabbiani che vi nuotavano in mezzo, mi è tornato in mente l'incipit di un famoso romanzo di Sepùlveda, e cioè "Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare"... Ci ha provocato una grande rabbia vedere gli uccelli che sguazzavano ignari (o forse no) del pericolo, senza contare dei danni che sta provocando questo disastro agli ecosistemi marini, oltre che all'ambiente in generale! Come si può lasciare le spiagge ad un degrado del genere? E poi abbiamo il coraggio di lamentarci che i poveri gabbiani vengano a cercar cibo nei cassonetti urbani e che siano portatori di malattie... Sarebbe meglio chiedersi il motivo che sta dietro a questi cambiamenti di abitudini, prima di fare accuse ipocrite.
Neanche a dirlo, i pescatori escono lo stesso in barca con il mare che imperversa in condizioni di inquinamento, e vendono regolarmente il loro pesce nei dintorni...
Speriamo che chi di dovere faccia qualcosa al più presto per porre rimedio a questo disastro, e speriamo che la gente comune ci pensi due volte prima di gettare i propri rifiuti nei letti dei corsi d'acqua...
Oggi vorrei rispondere a qualche politico che (come sempre in occasioni del genere) ha fatto visita al treno deragliato dalle parti di Andora, promettendo coi suoi finti sorrisi che tutto sarà rimesso a posto in breve tempo e che per il futuro bisognerà puntare sulla prevenzione...
Ma va? Scappano le pecore e si chiude l'ovile, mi vien da dire...Non è una novità che la Liguria è un territorio particolarmente martoriato dal dissesto idrogeologico. Ogni anno frane ed alluvioni torturano la nostra regione. Ciò che è successo dalle parti di Andora lo sapete tutti da giornali e televisione, non devo certo parlarvene io.
Ma ciò che voglio sottolineare è che, come suggerisce la parola stessa, la "prevenzione" deve essere messa in atto prima, non dopo l'incidente.
Invece di spendere miliardi per opere inutili come il Terzo Valico (tanto per restare in Liguria...) quei soldi sarebbero potuti essere spesi meglio, ad esempio per mettere in sicurezza il territorio. Non è nulla di nuovo, me ne rendo conto. Discorsi di questo genere se ne sentono spesso. E la risposta che ci viene data è sempre la solita...tutto si risolverà a breve...
Intanto non si muove nulla, e sulla Liguria continua a piovere...