mercoledì 30 ottobre 2013

Gli scoiattoli del parco di Nervi!

Buongiorno a tutti!
Oggi vi mostro le foto che ho scattato nel week end al parco di Nervi, a Genova.
Questo parco, in un quartiere lontano dal centro, è famoso per i suoi scoiattoli: vederli è semplicissimo, saltano e corrono ovunque!
Col tempo si sono abituati alla presenza dell'uomo, e non è affatto difficili avvicinarli...
 
 
...E' sufficiente fare un po' di rumore con delle noci...et voilà!



Si avvicinano moltissimo all'uomo, quando sanno che quest'ultimo può dargli del cibo!
Facendoli avvicinare in questo modo, sono riuscito a fargli queste foto che vedete ;)


E' curioso notare come gli stessi scoiattoli abbiano caratteri diversi tra loro; c'è quello più audace, che arriva fino da te e ti prende la noce dalla mano, altri invece sono più timidi, ed oltre una certa distanza non si avvicinano.
Anche gli animali hanno un proprio carattere, e in fin dei conti non sono così diversi dall'uomo...

 
Un'altra cosa che mi ha colpito molto è stata la loro furbizia! Spesso, mentre da seduto facevo rumore con le noci per attirarne uno davanti a me, girandomi mi accorgevo che alle mie spalle ce n'erano uno o due attirati dal rumore del bocconcino!
Nello stesso modo, molti, per arrivare da me, preferivano girarmi intorno da lontano, e avvicinarsi da dietro, in modo che non li vedessi!



 Una volta preso il bottino, scappano via, veloci come il vento!

 
Fortunatamente, la loro alimentazione non dipende esclusivamente dall'uomo; le piante del parco offrono molto a questi animali. Non è raro osservarli mentre saltano di ramo in ramo per nutrirsi dei frutti dei vari alberi o arbusti!

 

Il parco di Nervi è un vero e proprio spicchio di paradiso in una città enorme e caotica come Genova.
Non vedo l'ora di tornarci!

Se ti è piaciuto, leggi anche Diario di viaggio # 4

giovedì 24 ottobre 2013

Green Music # 3


Buongiorno a tutti, cari lettori!
Oggi sono qui con la mia amica Mirial del blog Sogni di una notte di luna piena! Siamo tornati con la rubrica Green Music, che esce senza cadenza fissa, ed unisce due nostre passioni comuni; la musica e la natura. Siamo infatti convinti che la musica abbia un grande potere comunicativo, e che, oltre a trasmettere emozioni, possa anche diffondere messaggi importanti.

Il brano che abbiamo scelto quest'oggi è "L'abbraccio del noce" dei Lingalad, una canzone che ci ha colpito molto per il suo testo poetico e green!
Avviso, non si tratta di una canzone di facile, bisogna ascoltarla più e più volte per cogliere le mille sfumature di note e parole che i Lingalad trasmettere.
 
 
Prima di iniziare, vi lascio il testo della canzone
 
Sai, c'è una valle silenziosa
dove cresce un vecchio Noce,
da lontano già si vede.
La vita e le stagioni gli han lasciato
molte rughe sulla pelle,
i suoi anni sono tanti come le stelle della notte
e d'autunno le sue foglie 
sono petali incendiati dal sole.
E lo sai,
che nel volo sono ancor più belle 
e volteggiano ribelli
per respirare un'ultima goccia d'aria nella brezza,
e cadono a scaldare la terra
dal sospiro freddo della Luna.
Ma un giorno una scure colpì il suo tronco
e poi un altro colpo ancora
fece tremare tutti i rami.
E quando il suo destino pareva scritto
passò da quelle parti un uomo
e mise nella mani del boscaiolo alcune monete d'oro
e si comprò quella parte di bosco
e la vecchia casa lì vicino,
e in quella casa 
egli portò a vivere la sua sposa
e andò con lei sotto le fronde del Noce
e nelle notti chiare a far l'amore fra le sue radici,
a respirare quell'oceano di luci
che si specchiava in fondo agli occhi di lei.
Ma una notte la valle fu scossa da un rombo assordante,
e la terra si mise a tremare come non mai.
I due sposi abbracciati guardarono i muri contorcersi,
e si giurarono Amore davanti alla Morte e a Dio.
E sospesi rimasero i loro cuori 
finchè tornò il silenzio.
Gli sposi da quel giorno ringraziarono il Cielo 
per aver salvato loro la vita
e la loro tanto amata dimora,
ma si dice che nella notte in cui la terrà ruggì,
quando la casa stava ormai per crollare,
il vecchio Noce avvolse 
le sue pietre con mille e più radici,
finchè le mura non trovarono pace
e la valle ritornò nella quiete.
E lo sai,
che ogni prima notte d'inverno
i due sposi accolgono tra le mani 
del Noce l'ultima foglia
e l'affidano al fuoco del camino,
donando al cielo un soffio bianco e leggero,
che dell'inverno è il primo vero respiro.

 

 
Pensiero di Enrico:
 
Questa canzone ci racconta una storia d'amore, una storia di rispetto e stima reciproca. Non solo tra gli uomini, ma tra uomo e natura.
Un rapporto spesso difficile, rovinato dai mille interessi del primo, il quale non riesce più neanche a godersi il mondo in cui vive.
Questa canzone è un inno a valori che vanno al di la del denaro o dell'interesse personale; è un inno alla vita, alla semplicità, al sapersi accontentare e al piacere di poter vivere in un mondo sano e lontano da  quello che siamo abituati a vedere.
 
Inoltre, in questa storia l'albero, dopo il gesto dell'uomo, lo ripara da morte certa.
Per quanto romanzato possa sembrare questo passaggio, trovo che in realtà porti con se un significato altissimo; la natura, se rispettata, è in grado di venirci incontro, di ricambiare i nostri gesti offrendoci protezione e tutto ciò che ci serve per vivere; acqua, cibo, ossigeno, tessuti, legno, ecc... Ricordo a riguardo una citazione di F. Bacon, che trovo incredibilmente moderna ed espressiva; "La natura si domina servendola".

Questa canzone ci insegna come la natura possa darci molto;  è difficile da spiegare, ma quando mi trovo in un bosco mi sento al sicuro, mi sento normale. In fondo lo è (normale), il "selvaggio" altro non è che la nostra origine, ciò da cui deriva la nostra specie e c'è parte di esso in ognuno. Basta ascoltarlo. Basta provare a dar voce a quel bisogno interiore che ci spinge a cercare, a non accontentarsi, al voler vivere. 
Detto questo non mi resta che lasciarvi tra le braccia del noce, e delle note stupende con cui i Lingalad hanno espresso questa storia.
 
Pensiero di Mirial:
 
Tra le poetiche parole di questa canzone meravigliosa si celano diversi significati, nessuno meno importante degli altri. Primo tra tutti, l'amore per la Natura, che trapela dalla poesia dei termini scelti. Per spiegare l'importanza degli alberi e della Natura, lo scrittore della canzone si serve del Noce non a caso: albero della trasformazione e della rinascita, simbolo anche di tesori nascosti e usato in passato come portafortuna. E qui veniamo agli altri significati disseminati per il testo...
Il Noce, albero possente e maestoso, rigoglioso e pieno di vita, viene minacciato dall'uomo, quello stesso uomo che disbosca senza pietà nè scrupoli, noncurante delle ripercussioni che avranno in futuro le sue scellerate azioni. Per fortuna però, passava nel bosco un altro uomo, che compra appena in in tempo il terreno su cui poggiava le sue radici il vecchio Noce. L'albero, a dimostrargli la sua profonda riconoscenza per averlo salvato, proteggerà il suo salvatore e la sua sposa durante un terremoto: grazie alle sue possenti radici, impedirà infatti alla casa di crollare. Il messaggio che passa dunque è che la Natura ripaga sempre chi si prende cura di lei, e credetemi, non c'è niente di più vero! Senza contare l'importanza che gli alberi hanno sul nostro pianeta... disboscando, non solo laceriamo i polmoni della Terra, ma impediamo anche agli alberi di compiere le loro importantissime funzioni, tra le quali quella di regolare il magnetismo terrestre, di impedire al terreno di franare grazie all'azione delle radici... e molto altro ancora. Peccato che siamo diventati troppo egoisti per poter sentire il lamento del nostro pianeta. Fortunatamente però, esistono ancora le eccezioni ;)

 
 Se ti è piaciuto, leggi anche Green Music # 2

lunedì 21 ottobre 2013

Premio "Liebster award - discover new blogs"!

Buongiorno a tutti, cari followers!
Poco tempo fa mi è stato dedicato un simpaticissimo premio, e ne approfitto per condividerlo con voi!
Per prima cosa, ringrazio di cuore Cristina del blog Farfalle per aver pensato a me e per avermi donato questo simpatico riconoscimento :)
Ora, come da regolamento, devo rispondere alle domande: ammetto che questa volta le ho trovate un po' strane, ma farò del mio meglio per soddisfare la vostra curiosità ;)
Allora, iniziamo...

1. Quale tipo di lavoro preferite? (ricamo, uncinetto...)

Ehm, ammetto di non essere un genio in materia... Mi piace il fai da te, anche degli oggetti più strani o complessi, ed ho un paio di progetti in cantiere e sto cercando persone folli al punto giusto per realizzarli ;) se tutto va bene lo vedrete presto qui sul blog, eheh!
Inoltre, mi piace il disegno realistico ma sono un dilettante...
Per quanto riguarda lavori attuali, nell'ultimo periodo ho iniziato fare stencil su magliette...per ora ne ho fatte solo due, ma sono molto soddisfatto :)

2. Preferite lavori piccoli, oppure di una certa dimensione?

Non guardo la grandezza dei lavori ma l'utilità e la bellezza.

3. Vostro materiale preferito?

Carta e legno. E così mi sono giocato il mio pubblico che mi segue per gli articoli sull'ambiente. Però uso fogli vecchi, magari stampati, che ora non servono più.
Riguardo al legno, rientra nei progetti folli di cui ho parlato prima, e mi piacerebbe imparare a utilizzarlo nel migliore dei modi.

4. Regalate i vostri lavori a qualcuno?

Per il momento l'unica cosa che ho regalato fatta da me è il cibo ma sto cominciando a valutare l'ipotesi maglie ;)

5. Lavorate con schemi pronti oppure inventate qualche lavoro?

Seguo la mia testa, ma in certi casi progetti prestabiliti sono necessari.

6. A quale età avete iniziato con il vostro Hobby?

Eh, ottima domanda...gli hobby cui ho accennato prima da poco.
Ma ci sono altre attività che porto avanti da diversi anni, come la musica, ad esempio!

7. Chi è stata la vostra maestra?

Si può imparare molto da ogni persona che ci sta accanto. In questi campi, non ho avuto un solo maestro ma diversi...come detto, ognuno può insegnarci qualcosa, o diventare per noi fonte di ispirazione. Di conseguenza ringrazio tutti gli amici che mi hanno aiutato nei miei piccoli passi in questi campi :D

8. Il primo lavoro...c'è ancora un ricordo?

Ora come ora sono fiero della mia prima maglia dipinta con stencil...una cartina geografica dell'Africa, in giallo su maglia verde (che tra l'altro l'ho indossata proprio oggi). Chi mi segue, oramai lo sa, amo il continente nero!

9. Siete mai riusciti a trasmettere la passione per i lavori femminili a qualcuno?

Datemi tempo, gente!

10. Di quale lavoro che avete fatto siete più orgogliosi?

In generale, ogni piccolo lavoretto autoprodotto è una bella soddisfazione :) Non saprei...ma spero sempre nel prossimo!

Ora, ho intenzione di condividere questo premio con tutti voi! Si, piccolo strappo alla regola, questa volta non sceglierò tra voi le pagine cui assegnare questo piccolo dono, ma voglio ringraziarvi così, dedicandolo a tutti voi!
Spero che vi piaccia, e spero che facciate girare questo premio sulle vostre rispettive pagine!
A presto :)

mercoledì 16 ottobre 2013

Uova, numeri e scelte.

Buongiorno a tutti, cari followers!
Questo articolo nasce da una scena banale; vado a fare la spesa sotto casa, cerco le uova, e una volta trovate mi accorgo che ce ne sono solo di 3 o 4 tipi differenti, e controllando, mi rendo conto che sono tutte prodotte da galline allevate in gabbia. I clienti in quel negozio sembrano non curarsene affatto. Per questo ho deciso di scrivere questo post, sperando che sempre più gente impari a distinguere la provenienza e la qualità di questi prodotti.

Probabilmente molti di voi già conoscono la differenza tra i vari tipi di uova, ma in ogni caso preferisco rinfrescarvi la memoria...
Come potete vedere nell'immagine più in basso, se il codice presente su ogni singolo uovo inizia con il numero 3 corrisponde ad allevamenti in gabbia; le condizioni sono terribili, ogni gallina passa l'intera vita rinchiusa in uno spazio decisamente insufficiente, senza poter far altro che mangiare ed espellere escrementi. In ogni gabbia spesso vi sono più galline contemporaneamente.
Questo purtroppo è il tipo di allevamento di galline da uova più diffuso in Italia.

Poco cambia col numero 2; come vedete, non vi sono più le gabbie, le galline ora sono a terra, ma ciò non significa che le condizioni siano migliorate: vi lascio immaginare le condizioni igieniche di una simile gestione di animali.

Discorso differente per il numero 1, che certifica che le galline sono state allevate all'aperto. Questo tipo di allevamento offre condizioni di vita decisamente migliori agli animali ma non garantisce la buona qualità del prodotto. Le galline infatti potrebbero nutrite con scarti o porcherie simili di ogni genere.

Quest'ultimo dato dovrebbe indurci a scegliere le uova di tipo 0, biologiche, frutto di galline che vivono in ambienti simili a quelli delle vecchie fattorie dei nostri nonni, senza quindi regimi industriali pazzeschi e nel rispetto della natura.

Se da un lato è vero che le uova biologiche hanno un costo maggiore rispetto a quelle di tipo 3, è anche vero che la qualità è proporzionale ai loro prezzi.
Sinceramente, sul cibo preferisco non fare troppa economia ma essere sicuro della qualità di ciò che mangio. Così facendo, magari compro meno prodotti ma vivo meglio...

 
Questo gesto semplice, che a prima vista può apparire quasi insignificante, in realtà ha un grande valore "politico"; la nostra è una scelta consapevole, critica, che boccia determinate politiche di azienda e ne promuove altre. Se tutti ci comportassimo in questo modo, le marche di uova "numero 3" sarebbero costrette a chiudere, o per lo meno a cambiare metodo di produzione.
E' così che dovrebbe essere; dovrebbe essere il consumatore colui il quale detta legge, e non dovrebbe essere (come purtroppo molto spesso è) un burattino in mano alle multinazionali e bombardato ogni minuto da pubblicità di ogni genere.
Come diceva Feuerbach, l'uomo è ciò che mangia, e non credo che faccia bene al nostro corpo mangiare uova generate nelle condizioni che vedete nella parte in alto a destra della fotografia.
 

Se ti è piaciuto, leggi anche Un'assurda logica di mercato oppure Consumo critico

giovedì 10 ottobre 2013

No al delfinario di Rimini

Buongiorno a tutti, cari followers!
Oggi sono qui con Mirial del blog Sogni di una notte di Luna piena, per parlarvi di un argomento che ci sta molto a cuore.
Ma partiamo con ordine...

Troppo spesso l'uomo si macchia di un egoismo cieco, che lo porta ad utilizzare le risorse a propria disposizione in modo non solo sbagliato, ma soprattutto dannoso. Dannoso per chi? Per l'ambiente, per le persone che lo circondano e in taluni casi anche per le altre specie animali e vegetali che popolano il bellissimo pianeta su cui abitiamo. Ciò di cui vogliamo parlarvi oggi è quello che l'uomo, per scopi di lucro, perpetra nei confronti di uno degli animali più belli del pianeta: il delfino.


 

Fin dai tempi antichi, questo meraviglioso mammifero è stato protagonista di miti, culti e rappresentazioni. E' opinione comune infatti che il delfino possegga una spiccata intelligenza, di gran lunga superiore a quella di molti altri abitanti dei mari e degli oceani, e per questa sua caratteristica può aggiudicarsi il vanto di migliore amico dell'uomo, dopo il cane.
 
Peccato però che l'uomo, anzichè ricambiare l'amicizia sincera e genuina del mammifero acquatico, spesso lo sfrutti a proprio piacimento, senza curarsi della libertà che Madre Natura ha donato al delfino. Ed è così che nascono delfinari e parchi acquatici, posti in cui rinchiudere questi splendidi animali per farne fenomeni da baraccone. Anzichè nuotare libero nelle acque sconfinate del mare e dell'oceano, il delfino si ritrova così in uno spazio ristretto per le sue dimensioni e la sua natura, costretto a dover eseguire giochi e acrobazie fino allo sfinimento dinnanzi ad una folla che applaude impazzita allo spettacolo... 


 Converrete anche voi che queste non sono condizioni naturali per un delfino, così come non lo sarebbero per qualsiasi altro essere vivente.
 
Ma il peggio non è ancora arrivato. Aggiungete a questo "quadretto" anche i maltrattamenti e le scarse cure igieniche e veterinarie. E qui veniamo al punto: qualche settimana fa, a causa di tutto ciò, quattro esemplari di delfini della specie "Tursiopis truncatus" sono stati trasferiti dal delfinario di Rimini all'acquario di Genova grazie al Corpo Forestale, che aveva accertato le cattive condizioni in cui questi animali erano costretti a vivere: a Rimini infatti mancano il riparo dal calore del sole e dalla vista del pubblico, un adeguato sistema di raffreddamento e di pulizia dell'acqua, e in più le vasche che hanno contenuto questi mammiferi sono di dimensioni troppo ridotte per i movimenti dei delfini, non garantendo così la salute fisica e psichica degli animali. Come se tutto ciò non bastasse, a Rimini mancano anche le adeguate cure veterinarie e con esse le vasche che dovrebbero ospitare i delfini malati o le femmine in gravidanza o allattamento.
 
Insomma, la struttura di Rimini (come molte altre, del resto) è una vera e propria prigione per questi animali. Il delfinario di Rimini per ora è chiuso al pubblico, ma per quanto tempo ancora? Noi ci auguriamo per sempre. Per questo chiediamo il vostro aiuto, con la speranza che vogliate firmare la petizione che impedirà la riapertura del delfinario.
 
Forse qualcuno potrà pensare che questa struttura rappresentava un vanto per i cittadini, che ne ricavavano turismo, ma noi vi diciamo; che vanto c'è nel tenere in tali condizioni queste creature per diletto? 
L'uomo, a differenza di quanto possa pensare, non ha alcun diritto di violare la libertà degli altri esseri viventi al solo scopo di guadagnare denaro. I delfini sono animali meravigliosi, che per natura devono essere liberi di nuotare liberi e veloci nel blu immenso di una distesa d'acqua, e non costretti a sguazzare in una piscina solo per il sollazzo e il guadagno dell'essere umano. Io e Mirial ci auguriamo che l'eventuale chiusura definitiva del delfinario di Rimini sia solo la prima di una lunga serie!
 
 Detto questo, vi lasciamo qui sotto il link della petizione online che entrambi abbiamo firmato, con la speranza che vogliate dare anche voi il vostro piccolo contributo, perchè in fondo ognuno di noi è una goccia nell'oceano, ma se non esistessimo l'oceano avrebbe una goccia in meno... firmare è molto semplice, dovete semplicemente cliccare sulla foto che vedete qui sotto, e vi si aprirà la pagina della raccolta firme, dove dovrete semplicemente inserire nome, cognome e mail!

 
Fino a questo momento oltre 10000 persone hanno contribuito alla causa; ricordate, l'unione fa la forza!
 
  
 


martedì 8 ottobre 2013

Una piccola foto satirica

Buongiorno a tutti, cari followers!
Oggi condivido con voi semplicemente una piccola immagine satirica (ma piuttosto azzeccata, a mio giudizio) che ho trovato in rete!

 
Direi che si commenta da sola, la trovo semplicemente geniale!
 
Buon pomeriggio a tutti!

sabato 5 ottobre 2013

L'intelligenza delle piante

Buongiorno a tutti, cari followers!
Oggi volevo condividere con voi un video che mi ha molto colpito.
Ho sentito il discorso che vi mostrerò più in basso circa una settimana fa in televisione (evento raro, in genere non la guardo).
L'oratore è Stefano Mancuso, docente all'università di Firenze, ed il tema che affronta è quello dell'intelligenza delle piante; generalmente, siamo portati a considerare le pianti come esseri inanimati, ma come vedrete nel video qui sotto, questo approccio al mondo vegetale è decisamente sbagliato...

Non voglio anticiparvi le meraviglie di questo filmato, ma consiglio vivamente la visione a tutti; non dura nemmeno 15 minuti, ed offre un'enorme quantità d'informazioni!
Il discorso riportato è in inglese, ma ci sono anche i sottotitoli in italiano.

martedì 1 ottobre 2013

Una triste testimonianza dalla strada

Buongiorno a tutti, cari lettori.
Oggi volevo condividere con voi una mia personale esperienza.
L'altro giorno stavo uscendo di pomeriggio per fare un giro con un amico, quando ricevo una telefonata (proprio dal mio amico) in cui mi avverte di raggiungerlo perché ha trovato un gatto con una zampa rotta.
Nel giro di pochi minuti sono arrivato da lui. Ho visto questo gatto, sull'asfalto, sul lato destro della carreggiata. Abbiamo subito avvertito le auto che passavano di fare attenzione.
Il gatto era bagnato fradicio, pioveva, e probabilmente era da ore e ore li fermo. Cercava in continuazione di alzarsi, ma non ci riusciva, poiché ad ogni tentativo la zampa posteriore sinistra gli cedeva sotto il peso del corpo.
Emetteva dei miagolii disperati, erano un vero e proprio pianto di dolore. Non sono in grado di descriverli.
Lo abbiamo riparato dalla pioggia e abbiamo cercato di proteggerlo dal freddo con uno straccio, asciugandolo e dandogli calore al corpo.
Non sapevamo bene cosa fare; era domenica, chi poteva aiutarci?
Abbiamo chiamato una nostra amica, il cui padre è veterinario, e lo abbiamo raggiunto a casa, assieme a due ragazzi in macchina che ci hanno aiutato.
Dopo averlo visitato, ci ha consigliato di raggiungere un suo collega di Dolceacqua (un paese dell'entroterra dell'estremo ponente ligure) che domenica pomeriggio era in orario di lavoro.
Detto e fatto, tutti in macchina, gatto compreso, e siamo partiti.
Durante tutto il viaggio il micio ha continuato a miagolare, non oso immaginare il dolore che ha provato. Abbiamo cercato di fargli sentire il nostro affetto e il nostro calore, con la nostra vicinanza e le nostre carezze; son sicuro, che per lui, randagio, gatto di strada, già questo è stato molto.

Non avevo mai sentito prima d'ora dei miagolii simili. Ogni volta, sentivo chiudermi lo stomaco. Povero gatto, i suoi lamenti esprimevano un dolore fortissimo. Come detto, non sono in grado di esprimerli a parole, ma se state pensando a dei versi qualunque, vi sbagliate alla grande.
Si usa dire "a quell'animale manca solo la parola!"; a parte che trovo questa frase poco sensata, posso assicurarvi che quel gatto non aveva bisogno di parlare la nostra lingua per farsi capire.

I miagolii, e i suoi occhi, grandi e gialli. I suoi occhi imploranti, che sembravano quasi dire "perché?"...
Sono due cose che mi hanno colpito moltissimo, e che sento che non dimenticherò mai.


Una foto del gatto sfortunato scattata col telefono
Arrivati dal veterinario a Dolceacqua, lo visita e ci spiega come stanno le cose: il gatto era stato vittima di un incidente stradale, su questo non vi era ombra di dubbio, e aveva il bacino fratturato. E non si tratta di una cosa semplice. Ci ha spiegato che, in caso ci fossero danni anche ad organi interni o alla colonna vertebrale, non avrebbe avuto più speranze, e avrebbe provveduto lui stesso a non farlo più soffrire.
Nel caso si trattasse solo del bacino fratturato, è medicabile, ma avrebbe bisogno di qualcuno che lo aiuti e si prenda cura di lui per le cure.
Trattandosi di un trovatello, ho dovuto chiedere aiuto a qualche amico/a. Fortunatamente, la mia amica A. , che avete già conosciuto in un post precedente, ha dato la sua disponibilità. (grazie di cuore!)

Abbiamo fatto tutto il possibile per aiutare quel micio.
A questo punto, non posso fare altro che aspettare notizie dal veterinario, e nel mentre, augurare a quel gatto un po' di fortuna.

Non mi resta che aggiungere profondo disprezzo verso colui il quale ha investito questa povera creatura, questo grandissimo verme che non è in grado di assumersi le proprie responsabilità ed è stato solo in grado di fuggire, lasciando questo gatto ferito ore e ore sotto la pioggia, infischiandosene e mostrando in questo modo una grande ignoranza e stupidità.

Se ti è piaciuto, leggi anche Una testimonianza per le nuove generazioni.